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L’esperienza della pandemia da Covid che abbiamo vissuto negli scorsi anni ha segnato la nostra società, ha lasciato tracce, più o meno profonde, nelle diverse generazioni. Ma quando è stata decretata a livello politico la conclusione della stagione pandemica, la voglia di normalità ha comprensibilmente preso il sopravvento, impedendo di approfondire alcuni nodi che quei mesi tribolati avevano messo in evidenza.
La consueta “giornata” annuale di studio organizzata dall’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino per giovedì 23 novembre (ore 17,30-19,30) è dedicata precisamente a ritornare su un paio di questioni rimaste non adeguatamente esplorate. “Scienza e fede dopo la pandemia. Tra minori certezze e nuove responsabilità”, titolo dell’appuntamento, indica che anche riferimenti in precedenza ritenuti fondamentali hanno mostrato in quelle circostanze vistose crepe.
Così, a lungo ci siamo sentiti dire, a pandemia in corso, che le decisioni della politica non potevano che attenersi alle indicazioni della scienza: salvo poi scoprire che la scienza non aveva una voce sola e che, a seconda degli scienziati interpellati, le valutazioni potevano risultare alquanto differenti. Se ancora ce ne fosse stato bisogno, il mito dell’oggettività della scienza ha mostrato limiti evidenti. Ecco perché a una prima relazione della serata (affidata a padre Carlo Casalone, della Pontificia Accademia per la vita) è stato chiesto di riflettere su “Ci si può ancora fidare della scienza? Fiducia ed etica nel rapporto tra scienza e società”.
L’esperienza pandemica, inoltre, ha fatto emergere crepe e incertezze significative anche in ambito ecclesiale. Non solo nel senso che spesso essa ha accelerato il processo di disaffezione in corso circa l’ordinaria pratica liturgica e pastorale. Ma soprattutto nel senso che la pandemia ha fatto affiorare, all’interno della comunità cristiana stessa, modi di intendere la fede non così facilmente componibili. Guardando in particolare al mondo giovanile nella sua interazione con il mondo ecclesiale, la seconda relazione (“Niente sarà più come prima? Giovani, pandemia e senso della vita”) è stata affidata alla prof.ssa Paola Bignardi, del Centro Toniolo di Brescia.
L’appuntamento, moderato dal prof. Alberto Piola, è aperto non solo agli studenti dell’Istituto ma anche a tutti coloro che abbiano interesse a interrogarsi sulla tematica in gioco. Sarà possibile seguire collegandosi in diretta su YouTube, al canale TeologiaTorino.