Martedì 11 ottobre, l’Arcivescovo Repole ha presieduto la Messa con cui si è inaugurato ufficialmente l’anno accademico 2022-2023 delle facoltà teologiche di Torino, diocesana e salesiana, e dell’Istituto superiore di Scienze religiose. Alla presenza di docenti e allievi dei due atenei, mons. Repole ha commentato nell’omelia le letture della liturgia del giorno (Gal 5,1-6 e Lc 11,37-21), riflettendo sulla fede che salva, indipendentemente dalle opere, ma che non può restare inoperosa. Rivolgendosi personalmente a studenti e professori, ha sollevato una provocazione: «Lo studio e la teologia devono metterti in discussione, altrimenti diventano un rifugio in cui cercare conferme alle tue idee. Lo studio deve invece smontare le tue idee, renderle sempre più conformi alla verità del Vangelo. Perché altrimenti anche lo studio può diventare “opera”, cioè qualcosa che ti mette al riparo dalla novità di Dio».
La prolusione d’inizio anno accademico è stata tenuta dal prof. don Rossano Sala, docente di Pastorale giovanile presso la Pontificia università salesiana e Direttore editoriale della casa editrice Elledici, sul tema: “Profezie di sinodalità, a 60 anni da Gaudet mater ecclesia“. Il prof. Sala ha riflettuto, tra le altre cose, su come il sinodo universale in corso «vuole discernere sulla forma che la Chiesa deve assumere per essere all’altezza della sua conversione missionaria. Ci sono dei rischi, ma le opportunità sono maggiori dei rischi».